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Recensioni

  • CAI Milano News
    Notiziario del Club Alpino Italiano - Sezione di Milano
    Un volume firmato dal socio Alessandro Gogna di una collana importante, dedicata alle montagne più belle della Terra. Tra i titoli extraeropei Everest, Annapurna, Nanga Parbat e K2 abbiamo scelto quest’ultimo perché ovviamente è dedicato alla montagna a noi più famigliare, la cosiddetta “montagna degli italiani”. Il volume, di grande formato, con numerose immagini a colori, descrive il K2 partendo dall’origine del suo nome. Il Survey of India ebbe il compito nel 1855 di catalogare e misurare le grandi montagne della regione e a ognuna affidò una sigla. I monti del Karakorum ebbero così la k seguita da un numero; furono così battezzati il K1, K2, K3, K4 e così via. Poi negli anni successivi ogni montagna con la sigla assunse il suo nome, che a seconda dei casi fu di una persona, come l’Everest nel caso dei monti himalayani, o recuperando il nome locale come, in Karakorum, i Gasherbrum (K3-K5) o il Chogolisa (K6). Solo il K2, pur chiamato Chogori dai locali, si portò dietro l’antica sigla che è rimasta fino ad oggi. Gogna ripercorre quindi la storia alpinistica della montagna, ricordando la spedizione italiana del Duca degli Abruzzi, quelle americane, l’epica impresa di Compagnoni e Lacedelli nel 1954 e quindi le ripetizioni più recenti, con Jerzy Kukuzcka, la tragedia del 1986 con la morte di Julie Tullis e di altri alpinisti, l’assalto alla Magic Line, gli attacchi in stile alpino di Pierre Beghin e Christophe Profit, fino alla salita del 2006 di Nives Meroi e Romano Benet. Splendide le fotografie, anche a tutta pagina, di pareti, creste, volti di uomini baltì, morebe, vallate e naturalmente del K2.

  • Sciare
    Storie e bellezze supreme di due giganti himalayani

  • La Vallée
    Montagne sotto l'albero: qualche idea per i regali

  • Torino Sette
    Una storia del K2, «la montagna degli italiani », dall’insolita storia del nome, che vince ma non soddisfa, al popolo dei baltì, alle valli del Sinkiang cinese, alla destinazione Circo Concordia. A prevalere sul testo - sobrio - e sulle didascalie - più sobrie ancora - le belle fotografie che raccontano morene e guadi, tramonti e vette, santuari e accampamenti, portatori e ascensioni, avamposti e passaggi impervi, nevi e crepacci, vele di ghiaccio. Una rinnovata avventura.

  • Alp
    Appuntamento in libreria
  • Tuttolibri
    OLTRE GLI 8MILA
    Fotografando tra rocce e ghiacci  Quattro tra le più importanti vette che superano gli 8000 metri (Everest, K2, Nanga Parbat e Annapurna) sono l’oggetto di quattro volumi fotografici, che raccolgono il meglio delle immagini scattate sulle pendici di queste montagne mitiche a cura di Alessandro Gogna e Alessandra Raggio, editi da Priuli e Verlucca, ciascuno pp. 128, e 14,90. Scene di azione tra le rocce e i ghiacci unite ai costumi locali e alla vita delle popolazioni autoctone sono immortalate lungo l’intero percorso che conduce l’alpinista alla cima della montagna in un incontro tra il moderno cimento e la cultura tradizionale.

  • alpinia.net

    La recensione su alpinia.net

    Un volume fotografico interamente a colori dedicato alla seconda montagna più alta al mondo dopo l’Everest, con i dati fisici, le curiosità, le missioni, la storia del nome, le prime spedizioni e i personaggi che ne hanno fatto la storia.

    Il volume è K2 la montagna grande, a cura di Alessandro Gogna e Alessandra Raggio; il Re delle Montagne: è questo il nome locale del K2, secondo rilievo più alto al mondo.

    In Pakistan è infatti conosciuto come Chogori, che nella lingua Balti ha proprio questo significato icastico e sontuoso. Il K2 è stato variamente descritto come “l’impressionante”, “l’assassino” e la montagna “selvaggia”, a causa dell’enormità della sua mole e delle numerose spedizioni fallite nel tentativo di scalarlo. Cinque tentativi di scalare il K2 furono effettuati dal 1902.

    Ma a parte la spedizione del 1909 guidata da Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi, che scoprì la via di salita lungo lo sperone est della montagna, non ci sarebbero stati grandi risultati fino al 1954, con la conquista italiana.

    Il 31 luglio la spedizione guidata da Ardito Desio raggiunse la vetta. La notizia giunse in Italia a mezzogiorno del 3 agosto, e fu accolta con grande entusiasmo e come simbolo della rinascita del paese nel dopoguerra. Da quel momento il K2 divenne per tutti la montagna degli italiani.

    I due alpinisti che raggiunsero effettivamente la vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, anche se il merito va sicuramente all’intero gruppo, guidato con piglio di ferro da Desio.

    Alessandro Gogna, alpinista di fama internazionale, ha al suo attivo almeno 300 prime ascensioni nelle Alpi ed in altre catene montuose nonché tre spedizioni in Himalaya e Karakorum (Annapurna, Lhotse e K2). Autore di centinaia di articoli su giornali e riviste a diffusione nazionale, è autore di una ventina di libri.

    Alessandra Raggio nasce a Genova, vive e lavora a Milano. Dopo la laurea in economia e commercio, trascorre un lustro tra Londra e New York dove studia storia dell’arte. Finché il tardivo incontro con la montagna e le prime ascensioni le aprono nuovi orizzonti. Da cinque anni è impegnata nella ideazione e realizzazione di progetti editoriali di diversi volumi dedicati alla montagna e all’alpinismo.


  • Alpi Venete
    Leggi la recensione originale

  • La Stampa
    Volti, fatiche rocce e neve del K2
  • Trentino
    Così la montagna si fa in quattro
  • La provincia di Lecco

    K2 e Annapurna: foto per sognare

    Un volume fotografico interamente a colori dedicato alla seconda montagna più alta al mondo dopo l’Everest, con i dati fisici, le curiosità, le missioni, la storia del nome, le prime spedizioni e i personaggi che ne hanno fatto la storia. Il volume è K2 la montagna grande, a cura di Alessandro Gogna e Alessandra Raggio. Il Re delle Montagne: è questo il nome locale del K2, secondo rilievo più alto al mondo. In Pakistan è infatti conosciuto come Chogori, che nella lingua Balti ha proprio questo significato icastico e sontuoso. Il K2 è stato variamente descritto come “l’impressionante”, “l’assassino” e la montagna “selvaggia”, a causa dell’enormità della sua mole e delle numerose spedizioni fallite nel tentativo di scalarlo. Cinque tentativi di scalare il K2 furono effettuati dal 1902. Ma a parte la spedizione del 1909 guidata da Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi, che scoprì la via di salita lungo lo sperone est della montagna, non ci sarebbero stati grandi risultati fino al 1954, con la conquista italiana. Il 31 luglio la spedizione guidata da Ardito Desio raggiunse la vetta. La notizia giunse in Italia a mezzogiorno del 3 agosto, e fu accolta con grande entusiasmo e come simbolo della rinascita del paese nel dopoguerra. Da quel momento il K2 divenne per tutti la montagna degli italiani. I due alpinisti che raggiunsero effettivamente la vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, anche se il merito va sicuramente all’intero gruppo, guidato con piglio di ferro da Desio. Un altro volume fotografico è invece dedicato alla Dea dell’Abbondanza (questo è il significato del nome della montagna) che è stato il primo ottomila ad essere salito nella storia dell’alpinismo d’alta quota. Un team di forti alpinisti francesi, di cui facevano parte Maurice Herzog, capospedizione, Louis Lachenal, Lionel Terray e Gaston Rébuffat, oltre a Jean Couzy, Marcel Schatz, Marcel Ichac, Jacques Oudot, chirurgo, e Francis de Noyelle, ufficiale di collegamento. Dopo aver installato cinque campi sulla montagna, alle 6 del mattino del 3 giugno 1950, Herzog e Lachenal partono dai 7.400 metri del campo V e alle 14 i due alpinisti giungono in vetta, segnando una svolta nella storia dell’alpinismo e dell’esplorazione. Il libro dal titolo Annapurna. La Dea dell’Abbondanza (Priuli & Verlucca, con le stesse caratteristiche del precedente) è curato sempre da Alessandro Gogna e Alessandra Raggio. Anche l’Annapurna, alta 8.091 metri, è considerata da sempre montagna temibile per gli elevati pericoli oggettivi della sua parete nord (valanghe e crolli di cornici dalla sommità) e per l’estrema difficoltà e verticalità della sua parete sud. Una meta per alpinisti estremamente preparati fisicamente e tecnicamente. Alessandro Gogna, alpinista di fama internazionale, ha al suo attivo almeno 300 prime ascensioni nelle Alpi ed in altre catene montuose nonché tre spedizioni in Himalaya e Karakorum (Annapurna, Lhotse e K2). Autore di centinaia di articoli su giornali e riviste a diffusione nazionale, è autore di una ventina di libri. Alessandra Raggio nasce a Genova, vive e lavora a Milano. Dopo la laurea in economia e commercio, trascorre un lustro tra Londra e New York dove studia storia dell’arte. Finché il tardivo incontro con la montagna e le prime ascensioni le aprono nuovi orizzonti. Da cinque anni è impegnata nella ideazione e realizzazione di progetti editoriali di diversi volumi dedicati alla montagna e all’alpinismo.


Estratti



 
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