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Montagne del Piemonte 360°

Montagne del Piemonte 360°

A cura di Enrico Camanni

Cartonato con sovracoperta plastificata a colori; formato cm 34x30,7, pp 192, con fotografie che si aprono a 2, 4, 6 ante (fino a 2 metri di lunghezza). Edizione speciale in quattro lingue: italiano - inglese - francese e tedesco. Didascalie in quattro lingue: italiano, inglese, francese, tedesco.

ISBN 978-88-8068-548-7
 

Recensioni

  • Alpinia.net
    Montagna del Piemonte 360

  • Bell'Italia
    L'Italia da Leggere. Vette del Piemonte: vedute spettacolari lunghe cinquecento chilometri
    Daniela Bonafede
    Quando si parla di montagne piemontesi, le prime a saltare alla mente sono il Rosa e il Gran Paradiso, cui si aggiungono i monti torinesi, noti già agli sciatori di un secolo fa, e fulcro domani delle olimpiadi invernali. Insieme, però, non rappresenano l'intero panorama alpino della regione, un fantastico semicerchio allargato di suppergiù cinquecento chilometri a vigilare sulla pianura. Una distesa di vette che dalle propaggini del mare si spinge fino alla più alta parete delle Alpi, e dai dolci laghi delle Alpi Marittime sfugge verso nord fino alle lande ghiacciate della Val Formazza, dove nei bacini d'alta quota navigano gli iceberg. Un'orografia montana che ha marcato la storia e la vita degli abitanti, condizionandone usi, tradizioni, cultura, lavoro; ed è proprio questo il tema di cui si occupa la trattazione iniziale (in quattro lingue). Poi, parlano le immagini, grandi e grandiose, scattate da otto affermati fotografi con la suggestiva e strapanoramica tecnica a 360°, nelle quali si colgono al meglio le peculiarità di montagne così differenti tra loro che, grazie proprio a questo, trasmettono sensazioni diverse. Basta saper osservare. Di panorami straordinari, tra neve, rocce, ghiacciai, valloni, laghetti, conche fiorite, c'è l'imbarazzo della scelta.

  • RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

    Montagne del Piemonte 360°

    «Non basta una vita, ma se anche si riuscisse a salire tutte le montagne e a percorrere ogni vallone, alla fine resterebbe una domanda cruciale: che cosa determina la straordinaria varietà dell’arco alpino piemontese, che dalle propaggini del mare si spinge fino alla più alta parete delle Alpi, la Est del Monte Rosa, e dai dolci laghi delle Alpi Marittime sfugge verso nord fino alle lande ghiacciate della Val Formazza, dove nei bacini di alta montagna navigano gli iceberg?».
    Così si domanda il curatore Enrico Camanni nell’introduzione dello stupendo libro fotografico di Priuli & Verlucca, editori, con le suggestive immagini a 360° dedicate alle montagne del Piemonte. Ed ecco la risposta: «È la roccia che fa la differenza. Certo la quota delle cime e l’imponenza dei ghiacciai caratterizzano alcune valli, certo l’importanza dei boschi e delle foreste determina paesaggi differenti, ma è soprattutto l’eccezionale varietà della roccia a creare una morfologia così variegata e mutevole. Cambiano i colori, cambiano gli orizzonti, cambia il «sapore” stesso della montagna, tanto che a Torino non si dice semplicemente «vado in montagna», come si direbbe «vado al mare», pensando alla classica riviera, ma si specifica quasi sempre quale delle dieci, cento, mille montagne o valli si intende raggiungere, come se le Alpi avessero riprodotto un campione della loro complessità sull’arco occiden-tale e ai piemontesi fosse capitata in sorte la scelta più abbondante». Sotto questa premessa il lettore può sfogliare e ammirare tutte le cime più importanti delle Alpi piemontesi, dalle pareti calcaree del Marguareis, oltre il Colle di Tenda, ai deserti di ghiaccio dell’alta Val Formazza, all’estremo nord dell’arco alpino occidentale. Il libro ha scelto specificamente un taglio di geografia fisica (foreste, rocce e ghiacciai), anche se la parte introduttiva è ampiamente corredata da descrizioni storico-antropologiche a cura di Luigi Dematteis (la storia dell’uomo), Annibale Salsa (popolazioni e civiltà), Giuseppe Garimoldi (turismo e alpinismo) e Stefano Camanni (parchi e ambiente).
    Ma il volume si distingue innanzi tutto per la parte fotografica, affidata ad alcuni tra i più qualificati fotografi del paesaggio: Enrico Formica, nato come illustratore, si è successivamente dedicato alla fotografia industriale, attività che gli ha comunque permesso di continuare a fotografare le valli e le montagne del suo Canavese. Alessandro Gogna e Marco Milani, alpinisti e fotografi, hanno dato vita all’agenzia K3 e sono i due autori della collana «I grandi spazi delle Alpi», che quest’anno chiuderà la sua lunga carrellata. Bruno Allaix è fotografo pubblicista, impegnato da anni in una ricerca per immagini su turismo, cultura e paesaggio nelle valli tra Saluzzo e Susa. Dario Fusaro è fotografo di giardini e architettura, ma non solo. Ha pubblicato una decina di libri. Nanni Villani, attualmente responsabile del settore turismo per il Parco Naturale delle Alpi Marittime, è uno dei più profondi conoscitori delle Alpi del Sud. Le percorre e fotografa fin da quando era bambino. Giovanni Pidello è stato per molti anni fotografo specializzato in immagini di montagna e alpinismo, collaborando come reporter con il mensile «Alp». Vincenzo Pasquali, fotografo, operatore e regista cinematografico, è specialista delle immagini di montagna di taglio descrittivo e sportivo. Il libro, oltre che un piacere per gli occhi e per la mente, è naturalmente un invito ai lettori a verificare di persona quella straordinaria diversità che le Alpi piemontesi sanno offrire a chi le sa guardare senza superficialità.


  • LA STAMPA

    IN LIBRERIA, ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO

    Diverso, quando si parla di libri a carattere fotografico. Un classicone resta «Montagne del Piemonte», edito da Priuli & Verlucca: visione del paesaggio piemontese a 360° – dalle pareti calcaree del Marguareis, oltre il Colle di Tenda, ai deserti di ghiaccio dell’Alta Val Formazza, nell’estremo Nord dell’arco alpino occidentale – foto che si aprono fino a due metri di lunghezza, commenti di Enrico Camanni, testi di firme autorevoli del settore (90 euro). Anticipa Luca Priuli: «Proprio in questi giorni usciamo col secondo volume sull’arte in Piemonte dedicato al gotico, che con stile divulgativo e un apparato iconografico d’eccezione illustra le massime opere del periodo, ed è da poco tornato disponibile «Emozione Piemonte», una carrellata di un centinaio di immagini in grande formato, suddivise equamente in tutto il territorio». Così, l’ennesima ristampa di «Quattro passi in Paradiso» a cura di Guido Novaria e Giovanni Dematteis, trenta itinerari nel versante piemontese del Parco Nazionale, nel cuore dell’alta valle Orco.


  • LA STAMPA

    STRENNE

    Per chi si limita a guardarle da lontano, le Montagne del Piemonte a 360° (a cura di Enrico Camanni, Priuli & Verlucca, euro 90) offrono una rassicurante emozione di forza e di pace: qui non c’è l’adrenalina della sfida, ma la contemplazione del creato, non cartoline del turista, ma visioni sconfinate.


Estratti



Un fantastico libro fotografico con immagini realizzate con la suggestiva tecnica a 360° che permette di ammirare le Alpi piemontesi in tutta la loro magnificenza. Dalle pareti calcaree del Marguareis, oltre il Colle di Tenda, ai deserti di ghiaccio dell’alta Val Formazza, nell’estremo nord dell’arco alpino occidentale, un viaggio attraverso le montagne del Piemonte per scoprirne la varietà e la ricchezza di particolari.
Otto affermati fotografi, esperti conoscitori delle Alpi occidentali, hanno dato vita a un apparato fotografico che racchiude non solo le vette più alte e conosciute di questa zona, il Monviso, il Rocciamelone, il Gran Paradiso e il Monte Rosa, ma anche le altre numerosissime cime e valli di cui il Piemonte è così ricco.
Un’importante parte introduttiva completa l’opera, approfondendo gli aspetti geografici, storici e antropologici che evidenziano la complessità e l’unicità di questa regione alpina.

Dall’introduzione di Enrico Camanni

Se in una limpida giornata di primavera si sale al Monte dei Cappuccini, o a Superga, o al Colle della Maddalena, l’arco alpino si manifesta come un semicerchio allargato – sono almeno cinquecento i chilometri di estensione – e uno sfondo apparentemente omogeneo, caratterizzato da alcuni picchi simbolici come il Monviso, il Rocciamelone, il Gran Paradiso (per chi lo sa riconoscere) e il Monte Rosa, altissimo e bianco, prima dell’orizzonte lombardo.
Ma non è così. L’omogeneità e l’armonica compattezza che affascinano e forse rassicurano l’osservatore sono il frutto di un errore prospettico, nato da una rappresentazione storicamente falsa e geograficamente imperfetta.
Non c’è nulla di compatto e ripetitivo nelle montagne piemontesi, se non il fatto che per la maggior parte esse separano l’Italia dalla Francia e dalla Svizzera (ma la storia ha dimostrato che anche le frontiere nazionali disegnate sugli spartiacque sono divisioni forzate e false) e delimitano, questo sì, una pianura tipicamente subalpina, abbracciata e protetta dalle sue montagne. […]

 
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