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Presepe piemontese

Presepe piemontese

Storia curiosità costumi fede attività usanze leggende e superstizioni delle Genti del Piemonte

Cartonato con sovraccoperta plastificata a colori, formato 17,5x25 cm, 272 pagine con 240 immagini a colori
ISBN 978-88-8068-412-1
Disponibile in libreria

 

Recensioni

  • Gazzetta d'Alba
    Presepe piemontese

  • CorrierediChieri
    Quel favoloso antico Presepe
  • LaSesia
    Il Presepe Piemontese

  • eventiesagre.it
    clicca qui per vedere l'articolo sul sito

  • Altaitaliatv.com

    Presepe piemontese

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  • Tribuna novarese
    I Re Magi portano a Novara il presepe "piemontèis"
    Tra i suoi più cari ricordi d’infanzia c’è nonno Arnaldo, armato di seghetto, chiodi, colla e martello intento a costruire le case di Betlemme. E poi ancora papà Andrea che realizzava presepi creativi, diversi anno dopo anno. Guido Moro, però, non solo ha ereditato questa passione ma ha deciso di andare oltre e concretizzare un progetto che i suoi familiari avevano sicuramente in cantiere ma non hanno mai portato a termine. “Mio nonno e mio padre - racconta Moro - mi hanno spesso ripetuto di aver cominciato a costruire un presepe piemontese, tipico delle nostre zone ma di non essere mai stati soddisfatti del risultato perché il presepe piemontese ha un suo spirito particolare. Così ho deciso di studiarlo, questo “spirito”, per vedere dove mi avrebbe condotto la ricerca”. E la ricerca lo ha condotto lontano, a confezionare un presepe tipico con più di duecento statuine che da questa mattina (inaugurazione alle 12 alla presenza del presidente della Regione Roberto Cota) è allestito nel quadriportico di Palazzo Natta, sede della Provincia e a scrivere un libro, intitolato “Presepe - I personaggi della tradizione piemontese” edito da Priuli & Verlucca. “Siamo orgogliosi di ospitare il presepe - hanno commentato l’assessore alla cultura Alessandro Canelli e l’assessore all’istruzione Anna Maria Mariani - perché ha un valore culturale e divulgativo e spero che le scuole ne approfittino e portino i bimbi a vederlo”. Il creatore ha una storia ben intrecciata a quella della sua opera: “Ho studiato i presepi di altri Paesi, da quelli provenzali alle raffigurazioni spagnole fino ai presepi peruviani e alle Natività africane. Ho accumulato cataloghi di musei etnografici e libri sugli usi e costumi della tradizione piemontese, sui mestieri e sui modi di vivere; ho impiegato un anno in prove e sperimentazioni e poi tre anni nella creazione delle statuine”. L’Originalità del presepe piemontese che probabilmente in pochi riescono a distinguere da quello napoletano, sta nei personaggi emblematici della terra piemontese che con la tradizione del presepe hanno un preciso legame storico e letterario. “Il Piemonte - continua Moro - è presente nella storia del presepe a livello artistico con la rappresentazione della Natività nelle cappelle dei Sacri Monti e a livello popolare attraverso sia i riti dell’adorazione dei pastori e i presepi viventi, sia mediante la messa in scena di opere teatrali natalizie tra cui “n Pastore Gelindo ossia la nascita di Gesù Cristo e la strage degli Innocenti”. Nel testo teatrale più antico, Gelindo incontra  Maria e Giuseppe durante un viaggio che lui fa malvolentieri con il pensiero sempre rivolto alla famiglia. Li aiuta a trovare una sistemazione per la notte e quando viene informato dell’annuncio dell’Angelo, capisce di aver aiutato la madre di Gesù e decide di partire con i suoi per la capanna di Betlemme ad adorare il bambino. Ma quali sono le caratteristiche proprie del presepe piemontese che i visitatori potranno riscontrare? “Anzitutto la sobrietà - spiega Moro - i personaggi raramente sono sguaiati e infatti il mercato ha un spazio decisamente inferiore rispetto a quelli napoletano e poi il sostanziale rispetto della tradizione dimostrato anche dalla totale assenza, nei presepi piemontesi, di personaggi dello spettacolo o comunque del mondo moderno. Nell’Ottocento e nel primo Novecento i personaggi del presepe popolare presentavano arti e costumi del tempo: altro elemento della scena è sicuramente la laboriosità. Un presepe è un modo per esprimere la fede in maniera originale e poiché il Piemonte è fatto di tanti campanili è normale che la sua rappresentazione sia variegata e variopinta: si mescolano storia, folklore, leggenda e religione e i risultati sono strepitosi”.
    Barbara Bozzola

  • Il Saviglianese
    Presepe piemontese. I personaggi della tradizione
  • Notizie della Regione Piemonte
    Presepi dal Piemonte e dal mondo

  • Il Corriere di Alba
    A Barbaresco si discutono figure, valori e simboli del presepe

  • Il Monferrato
    Presepe piemontese coi suoi personaggi

  • L’Eco del Chisone
    Gelindo e il presepe popolare piemontese
  • Coumboscuro
    Presepe piemontese
  • La Voce del Popolo
    In dono torrone e rubatà
  • Il Giornale
    Venivano dalla Liguria i venditori ambulanti di acciughe sotto sale e il fustagno tinto di blu
  • Corriere di Chieri
    Pecetto battezza il libro sui presepi
  • La Stampa
    I veri personaggi dei presepi nella tradizione subalpina
    In ogni famiglia piemontese, ben curate e conservate, o accantonate in scatoloni di solai e soffitte, ci sono piccoli tesori: le statuine del presepe. Non pacottiglia anni Settanta in plastica,ma le vere statuine della tradizione che, dalla fine del ‘500 si è estesa, radicata con forza in tutte le terre cattoliche, tanto che «nella prima metà del Novecento erano poche le famiglie piemontesi prive di presepe, la cui preparazione seguiva tempi precisi: l’8 dicembre si aprivano gli scatoloni con i personaggi [...] Gesù Bambino non veniva mai collocato prima della mezzanotte della notte di Natale», scrive Guido Moro. Ed ecco i personaggi di cornice, paesani e portatori di doni, artigiani e bottegai. Ogni valle, ogni paese, aveva i costruttori di statuine che riprendevano tradizioni, volti, rappresentavano miracoli. Un esempio: la donna con il grande cesto di rose, tipico dei presepi novaresi. Ricorda un miracolo avvenuto nella notte del Natale 1634. E i mestieri scomparsi: c’era il cacciatore di vipere e il mattonaio, il «carboné» e il «lustrin» che puliva scarpe. Guido Moro ricostruisce la storia di 240 di questi «personaggi vaganti » di una tradizione che ha nuova linfa vitale.
  • La Stampa
    Nel presepe piemontese i segreti della tradizione
    La passione per l’etnografia, l’antropologia, gli studi popolari e l’approfondimento religioso, ma anche il gusto e la curiosità tipiche del collezionista. Sono questi «fuori tema» rispetto a un lavoro da ricercatore e consulente-marketing, che hanno fatto del torinese Guido Moro un fedele custode e ora anche un cantore della tradizione natalizia, delle sue icone più classiche. Una sintesi di questa attività, a cui Moro si dedica da molto tempo con scrupolo diligente, si è da poco travasata nella pagine di un libro, «Presepe piemontese. I personaggi della tradizione», sottotitolato «Storia, curiosità, costumi, fede, attività, usanze, leggende e superstizioni delle Genti del Piemonte», edito da Priuli&Verlucca. Il volume sarà presentato oggi alle 18, nella libreria Fogola – Dante Alighieri di piazza Carlo Felice (ingresso libero), dallo stesso autore e da Giorgio Coniglio; per l’occasione verrà anche allestita una mostra delle statuine piem o n t e s i , mentre alcune altre di presepi etnici originali saranno disponibili per l’acquisto. La premessa alla ricognizione condotta da Moro, la spiega lo stesso autore, sottolineando che «In Piemonte il presepe è presente in molte case, ma per allestirlo si fa soprattutto uso di statuine classiche, poco adatte a riprodurre la varietà dei costumi e della società subalpina, come richiederebbe, invece, un vero presepe polare ». Versioni per nulla filologiche, insomma, e, spesso anche un po’ globalizzate e dozzinali, condite di muschio plastificato, che con la tradizione legata al territorio non hanno nessuna parentela. Proprio partendo da queste considerazioni, l’autore ha studiato per anni sia i presepi più originali e significativi della regione, sia quelle tradizioni e quei fenomeni legati al folclore piemontese che, nei decenni, li hanno ispirati. L’esito è una galleria di 240 personaggi, dettagliatamente descritti e illustrati con un bel corredo iconografico. Nelle pagine del libro figurano anche avvenimenti storici e aspetti della vita quotidiana, ma pure religiosa, tipici del Piemonte d’antan, che in molti modi possono aver influenzato le caratteristiche di questo o quel personaggio, legato alla scenario della Natività e riprodotto in forma di statuina.
  • La Stampa
    Il Presepe piemontese con 240 statuine racconta la tradizione
    Il magnin (il calderaio), l’ancioè (il venditore di acciughe sotto sale), il materassè, il vetriè, il molita (l’arrotino): sono solo alcuni dei personaggi che popolano i presepi piemontesi e che, in molti casi, rappresentano mestieri che ormai non esistono più. A mantenerli vivi ci ha pensato Guido Moro, un appassionato collezionista di presepi, che, alla ricerca dell’autentico «spirito piemontese », ha disegnato e modellato 240 statuine di gesso e argilla, tutte dipinte a mano. Questi personaggi sono stati poi fotografati e raccolti in un volume: «Il Presepe piemontese», edito dalla Casa editrice Priuli & Verlucca, nella collana «Quaderni di civiltà e cultura piemontese», che sabato alle 16,30 verrà presentato nel salone consiliare del Comune di Barbaresco. «Non solo questi mestieri durante il boom economico scomparvero – spiega l’autore -, ma anche il presepe negli anni Sessanta e Settanta si eclissò dietro il nordico- americano-disneyano Babbo Natale. Negli anni '90, però, comincia la riscossa del presepe che da allora ha riconquistato territori, cuori e bambini». Il libro rievoca avvenimenti storici e aspetti della vita quotidiana di ieri, in modo da riprodurre l’atmosfera che caratterizzava zone e paesi del Piemonte. Interverranno oltre all’autore Guido Moro, Giorgio Coniglio in rappresentanza dell’editore, Primo Culasso dell’ associazione Arvangia e Giancarlo Montaldo presidente dell’Enoteca Regionale del Barbaresco. Al termine della presentazione, seguirà il brindisi augurale e l’apertura ufficiale dell’iniziativa «Natale è qui, regala Barbaresco», il grande banco di proposte natalizie e di fine anno organizzato dall’Enoteca.
  • Avvenire
    Presepe sì, ma alla piemontese

Estratti



In Piemonte il presepe è presente in molte case, però per il suo allestimento si fa soprattutto uso di statuine classiche, poco adatte a riprodurre la varietà dei costumi e della società subalpina, come richiede un vero presepe popolare. Partendo da questa considerazione, l’autore ha condotto per diversi anni studi approfonditi sia sui presepi più originali e significativi individuati in varie parti della regione, sia sulle tradizioni che spiegano particolari soluzioni presepistiche, sia ancora sui fenomeni etnografici e del folclore locale, in grado di suggerire il profilo dei personaggi di un Presepe Piemontese. Ne è scaturita una galleria di 240 personaggi, dettagliatamente presentati e descritti in questo libro, nel quale vengono anche ricordati avvenimenti storici e aspetti della vita quotidiana, capaci di riprodurre la tipica atmosfera che caratterizzava paesi e città piemontesi nei tempi passati.

SOMMARIO

Introduzione

Cenni storici e fonti letterarie
Il Pastore Gelindo
Altre opere teatrali
L’allestimento e lo «spirito» dei presepi in Piemonte
L’eterno dubbio: grotta o capanna?
I «gruppi» di personaggi che compongono il Presepe Piemontese
La realizzazione delle statuine
PARTE PRIMA
Gelindo e i Pastori
I Musicanti e i Cantori
I personaggi della Natività
Gli Angeli nella capanna
PARTE SECONDA
Le Genti del Piemonte con i doni della fede
I Popolani con i prodotti locali e i regali personali
PARTE TERZA
I Mestieri e le Attività in Piemonte
I Luoghi, gli Elementi e i Personaggi simbolici
PARTE QUARTA
I Magi e il loro seguito, la stella cometa
Il castello, Erode e i soldati romani
La strage degli innocenti e la fuga in Egitto
Bibliografia

 
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